E`
noto (L. Russo, La rivoluzione dimenticata) che l'impostazione
rigorosa della matematica moderna e delle scienze esatte che
ne derivano - ottica, idrostatica, astronomia, ecc. - ebbe
origine nell'epoca e nel mondo ellenistici del III-II sec.
a.C., raggiungendo i massimi livelli con Euclide, Apollonio
e Archimede.
Euclide sistemo` l'edificio della geometria elementare e dell'aritmetica,
in forma così definitiva che gli Elementi di Euclide
costituirono la base dell'insegnamento della geometria fino
al XX secolo.
Archimede e Apollonio svilupparono teorie avanzate. Archimede
gettando le basi dei procedimenti del calcolo infinitesimale,
e spiegando oltretutto i suoi procedimenti nel Metodo. Apollonio
trattò di geometria superiore nel suo trattato sulle
coniche. Piu` tardi Diofanto ci offre nella sua Aritmetica
esempi di calcoli numerici.
Gli
studi scientifici cessarono poi in Europa per quasi un millennio,
dalla caduta dell'impero romano alla fine del medioevo (dal
500 al 1500 circa).
Fortunatamente
la matematica continuò a essere coltivata, se non a
progredire, ad Alessanndria nei primi secoli della nostra
era, a Bisanzio nel V sec. d.C., nel mondo arabo dei califfi
illuminati dal IX al XIII secolo (v. la "Casa della Sapienza"
a Baghdad), e anche in India, dove alcuni studiosi ellenisti
si erano rifugiati.
Le
opere greche, o le loro traduzioni arabe, furono di nuovo
disponibili in Europa a partire dal XIII secolo, in seguito
all'insediamento dei Normanni in Sicilia (1061-1191) alla
"reconquista" cristiana della Spagna (dal 1050 al
1250 circa, e Granada nel 1492), e alle conquiste veneziane:
sacco di Bisanzio della IV crociata nel 1204, possesso di
Cipro, Rodi, Candia e Morea.
Verso
il 1460 l'invenzione della stampa permise infine la libera
circolazione degli scritti scientifici, fino allora proprietà
di monarchi e prelati. Il recupero scientifico in Europa fu
tuttavia molto lento, per il livello d'ignoranza raggiunto,
e per il monopolio culturale instaurato dai filosofi e dalla
chiesa; Copernico è a cavallo del XV-XVI sec. tra Copernico
e Galileo passa un secolo, e un altro tra Galileo e Newton.
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