ANNO 647 d.C.
*** ARABI IN EGITTO
*** LA LUNGA STORIA DEL CANALE DI SUEZ
*** GLI ARABI DIVENTANO GRANDI NAVIGATORI
Ramsete II - 1300 a.C.
Un canale che congiungeva il Nilo al Mar Rosso era stato scavato
fin dal 1300 a.C. dal Faraone Ramsete II. Era poi stato colmato
dalle piene alluvionali del Nilo e dalla sabbia del deserto.
Nekao II - 600 a.C.
Il faraone Nekao II (609 - 594 a. C.) riprogettò il
cosiddetto "Canale dei Faraoni", una via d'acqua
che avrebbe dovuto sfruttare il Wadi Tumilat nel Delta e mettere
in comunicazioni il Nilo, a sud della foce, e il Mar Rosso.
Vi sono due versioni:
a) L'opera, colossale per l'epoca, non poté essere
portata a termine e sembra che lo stesso Nekao, a un certo
punto, si sia risolto a cercare un'alternativa, inviando
navigatori fenici a cercare un'altra via di collegamento;
questi riuscirono nell'impresa, compiendo a quanto pare la
prima circumnavigazione dell'Africa.
b) Erodoto parla positivamente del canale, come di un lavoro
grandioso: "Il canale è così lungo che
occorrono quattro giorni per percorrerlo, e tanto largo che
vi possono navigare due triremi affiancate. I lavori sono
stati imponenti e sono costati la vita a 120.000 operai egizi".
Dario I - 500 a.C.
a) Il progetto di Nekao venne ripreso da Dario I di Persia
(522-486 d.C.) che completò i lavori realizzando il
primo collegamento storicamente sicuro tra Mar Rosso e Mediterraneo,
cui mantenne il nome di Canale dei Faraoni.
b) Cento anni più tardi questa singolare via d'acqua
fu migliorata da Dario re di Persia, e lo testimonia una stele
cuneiforme trovata all'imbocco del canale per ricordare l'avvenimento.
Tolomeo II - III sec. a.C.
Il canale subì nei secoli successivi parziali modifiche,
che ne spostarono il punto di sbocco sul Nilo: una prima volta
sotto Tolomeo II, nel III secolo a. C.
Grande fu l'interesse dei Tolomei per il Mar Rosso; Tolomeo
II, oltre a intervenire sul canale, fondò la città
costiera di Berenice, non lontano da Ras Banas, nell'attuale
Egitto meridionale, cui fece seguito quella di Berenice Epi
Dire, sulla costa Eritrea (forse non lontano dall'attuale
Djbouti); queste due basi diedero un grande impulso allo
sfruttamento del Mar Rosso come via di comunicazione. Il
porto di Berenice divenne ben presto un importante centro
commerciale, situato al termine di una rotta carovaniera che
collegava l'interno dell'Egitto, e precisamente la città
di Qift (o Coptos) sul Nilo, alla costa e ai traffici del
Mar Rosso, verso le zone costiere del sud dell'Arabia e dalle
coste settentrionali del Corno d'Africa.
Di lì provenivano incenso e mirra, valutate a peso
d'oro da gran parte dei popoli del Mediterraneo, per usi rituali.
La via carovaniera della mirra e dell'incenso procedeva da
sud a nord attraverso l'intera penisola arabica, avendo come
punti terminali il porto di Qana, sul Mare Arabico, nell'attuale
Yemen, e quello di Ghaza, sul Mediterraneo.
II sec. a.C.
L'avvento intorno al II sec. a.C. del regno di Himayar, che
occupava la punta sud-occidentale della penisola araba, con
lo stretto di Bab el-Mandeb, spostò la rotta dell'incenso
dalla terra al mare. Gli Himayriti avevano, infatti, scoperto
che i cicli dei monsoni potevano essere usati per la navigazione,
il monsone estivo spingendo le navi verso sud e quello invernale
riportandole a nord. Questa scoperta influì radicalmente
sull'uso del Mar Rosso come via di comunicazione. Con la caduta
dei Tolomei e il passaggio dell'Egitto in mani romane, le
rotte del Mar Rosso furono ulteriormente potenziate.
Cleopatra - 30 a.C.
Sembra che Cleopatra dopo la battaglia di Azio, avesse tentato
di trasportare la sua flotta nel mar Rosso, ma non vi riuscisse
perché il canale non era più navigabile e ostruito
in più punti.
Roma, Traiano - 100 d.C.
tesi a) Qualche progetto vi fu anche in periodo imperiale
di Roma, ben presto accantonato, quando si rinunciò
(dopo una disfatta) all'idea di espandersi fino allo Yemen
attraverso la ostile penisola del Sinai, in mano alle potenti
tribù nomadi arabe che allora controllavano i "misteriosi"
commerci con l'estremo oriente (India e Cina). Il canale
progettato fu chiamato Amnis Traianus, ma dei lavori non c'è
notizia, quindi si può ritenere fosse rimasto allo
stadio di progetto.
tesi b) In epoca romana Traiano, fece realizzare nel 106 d.C.
l'Amnis Traianus, utilizzato per ben settecento anni, fino
all'epoca della conquista degli Arabi.
I romani posero particolare attenzione alla creazione di una
rete stradale e commerciale, che permettesse loro di controllare
le attività delle province più lontane: vennero
così potenziati i vecchi porti, come quello di Berenice,
dove si concentravano le merci in arrivo e in partenza dalle
e per le maggiori località africane ed arabe, nonché
dai più lontani paesi affacciati sull'Oceano Indiano;
e ne furono creati di nuovi. Fu probabilmente sotto l'imperatore
Traiano che venne istituita la flotta del Mar Rosso, destinata
a proteggere le rotte mercantili su quel mare, rotte che a
partire dal VII secolo furono interamente in mano agli Arabi.
Gli Arabi - VII sec. d.C.
Dopo avere conquistata definitivamente la Cirenaica , sconfiggendo
le ultime difese bizantine, anche l'esarcato di Cartagine
cade in mano araba. Sarebbe stato poi una testa di ponte anche
per la conquista della Sicilia.
Gli arabi dopo la conquista e l'insediamento nell'ex paese
dei Faraoni, iniziano grandi lavori per farne la base di una
nuova e più veloce espansione in Occidente.
Uno di questi lavori fu il ripristino dello scavo dell'antico
Canale dei Faraoni, ribattezzato "Canale dei Principi
della Fede", seguendo il progetto che il precedente califfo
Omar aveva concepito prima di morire. Le navi arabe ne faranno
uso per quasi duecento anni...
All'inizio la flotta araba era modesta, ma si sarebbe rapidamente
sviluppata per i bisogni militari.
L'esercito arabo guidato dal valoroso generale Mu'awiya,
entra in Cappadocia, travolge le difese bizantine, ed occupa
Cesarea. Si dirige poi in Frigia, e solo temporaneamente
viene fermato davanti alla fortificata città di Amorio.
Mu'awiya prepara anche (cosa considerata assurda da un esercito
di cavalieri e cammellieri) una grande flotta. La prima storica
spedizione navale araba, punta su Cipro; nel 654 assedia Rodi;
nel 669 Costantinopoli; nel 674 Creta; nel 680 Mu'awiya è
già anziano, ma fa salire al califfato suo figlio Yazid.
Nel giro di qualche anno l'attività marinaresca araba,
con a forza di innovazioni e studi, giunge a vertici impensabili.
Ciò grazie anche alla conquista di Cartagine e Alessandria,
dove esistevano ancora i famosi cantieri navali (chiamati
poi dagli arabi Arsenallah), ma soprattutto biblioteche con
accuratissimi studi geografici e navali (da Eratostene a Filomeno
Filopatore), e i dettagli delle rotte commerciali dell'antichità.
Nel 100 d.C. si conoscevano bene le rotte che andavano da
Adana (Golfo di Aden, Yemen) attraverso l'India fino a Ceylon
e Canton (dove sono state rinvenute moltissime monete romane
del periodo imperiale).
... Nuove navi, nuovi sistemi di navigazione e la scoperta
o riscoperta di nuove rotte, porteranno in brevissimo tempo
i navigli arabi su tutti i mari del Mediterraneo, dell'Atlantico,
dei Mari del Nord (?), dell'Oceano Indiano, fino ai Mari
della Cina, dove a Canton (e nella odierna Hong Kong) porranno
basi commerciali, banche e fondaci.
Pare che funzionassero vere e proprie rotte di linea,
anche per turisti; ma già nel 414 d.C si ha notizia
del viaggio del buddista cinese Fa-Hien che viaggiò
da Giava a Canton attraverso il mare della Cina meridionale
su una nave commerciale comodissima, che oltre il carico portava
duecento persone.
L'enorme espansione e il frazionamento dell'impero arabo portarono
più tardi a violente e dilanianti contese fra i califfi;
fu cosi che, per esigenze di difesa, il califfo Abu Giafar
fece chiudere il canale nel 842, ostruendolo con sabbia e
blocchi di pietra.
Carlo Magno - 825
Prima della chiusura del 842, si sa che nell'anno 825 un geografo
irlandese, Dicuilus, vissuto alla corte di Carlo Magno, pubblicò
una Geografia. Parlando dell'Egitto accenna a "...un
monaco di nome Fedele, che in visita alla Terrasanta, sbarcato
dal Mediterraneo in Egitto, prosegui' poi dal Nilo al Mar
Rosso attraverso un canale". Non conoscendo la storia
antica né quella araba contemporanea, onestamente
però aggiunge: "...non ho mai trovato una simile
notizia, che dal Mediterraneo si possa poi navigare nel Mar
Rosso, tuttavia frate Fedele lo ha narrato e confermato in
mia presenza ed è quindi degno di fede".
1480
In pochi anni per la sabbia e i detriti il canale dei Faraoni
scomparve - per la seconda volta - alla vista e dalla memoria.
Passano cosi più di sei secoli, fino a quando nel 1484-85
alcuni monaci inviati dal papa in Abissinia passano accanto
al canale e ne ammirano stupefatti i resti coperti di sabbia.
Vi è una relazione dettagliata dove si narra la storia
del canale, indubbiamente ricavata sul posto, da Ramsete II
a Necho, e si descrive il canale "....largo cento piedi
e profondo trenta, la sabbia lo ha colmato a metà;
doveva unire il mar Rosso al Mediterraneo ma... (e qui dicono
una stupidaggine, ignorando, forse volutamente, che gli arabi
lo avevano navigato a lungo; una falsità che ostacolerà
non poco i successivi progetti) ...ma i Faraoni non vollero
proseguire i lavori perché il Mar Rosso è più
alto del Mediterraneo, e l'apertura del canale avrebbe provocato
l'inondazione dell'intero Egitto"
I Turchi - 1500 d.C.
Nell'intento di controllare il commercio con l'oriente, nei
primi anni del 1500 i portoghesi occuparono diversi porti
strategici situati lungo le coste del Sudan e dello Yemen,
ma le mire espansionistiche dei portoghesi allarmarono i
potenti mamelucchi d'Egitto che, aiutati dai turchi ottomani,
inviarono una grande flotta nello Yemen e ripresero il controllo
di quasi tutta la costa, proteggendo così i loro interessi
nel Mar Rosso meridionale.
Pochi anni dopo l'esercito ottomano conquistò il porto
di Suakin, in Sudan, nel 1516, lo ampliò e mercanti
giunti da Istanbul vi costruirono splendide abitazioni. Nel
1529 Suakin servì come base per l'invasione turca dello
Yemen; Ta'izz fu presa nel 1545, Aden nel 1547, San'aa nel
1548. Tra il 1700 e il 1800 gli Ottomani continuarono ad
esercitare il loro dominio in varie zone del Mar Rosso ma
i loro metodi repressivi furono la causa di un lento e inesorabile
declino delle loro città costiere, culminato col loro
abbandono.
Questo risentimento favorirà un secolo dopo l'opera
di Lawrence d'Arabia, che da solo seppe unire le riottose
tribù arabe e farne un esercito capace di sconfiggere
i Turchi e di riconquistare Aqaba, in una famosissima battaglia,
e Damasco nel 1918.
Leibniz e Luigi XIV - 1670
Si riparla del canale nel 1671 quando uno studioso tedesco,
Leibniz, il celebre matematico e filosofo in una relazione
alla corte di Francia, propose di ripristinare questa via
d'acqua all'allora Luigi XIV Il suggerimento era "...Maestà,
se ha intenzione e vuole conquistare anche l'Oriente sarebbe
meglio collegare con questa linea d'acqua il Mediterraneo
con l'Oceano Indiano; una strada aperta per le sue conquiste
degne di Alessandro Magno...".
Leibniz fu preso per pazzo, Luigi XIV non lo ascoltò e rivolse
invece le sue attenzione a Nord (guerra dei Paesi Bassi).
Napoleone - 1800
Il progetto del 'pazzo' tedesco viene dimenticato per altri
cento anni; fino a quando in una biblioteca un generale di
nome Napoleone, che è curioso di tutto, vuol sapere
tutto del passato e ha già letto e sfogliato migliaia
di volumi, non si imbatte in questa relazione.
Napoleone, si stava documentando bene prima della campagna
d'Egitto; ritrova tra gli scaffali lo studio di Leibniz, e
una volta in Egitto si fa guidare sul luogo dei vecchi resti,
ancora visibili; lì esclama "Messieurs, voilà:
il canale dei Faraoni".
Ma i suoi ingegneri, non all'altezza di un'opera così
gigantesca, ostacolarono il progetto; ritenevano (forse sulla
base della falsa notizia dei monaci del 1485) che il Mar Rosso
avesse un livello superiore, e temevano che l'Oceano Indiano
si riversasse prima sull'Egitto sommergendolo e infine nel
Mediterraneo sconvolgendone le coste.
Non se ne fece quindi nulla. Solo il fisico e matematico Laplace
andava dicendo quei tecnici avevano detto delle insulsaggini,
e che gli oceani e i mari di tutto il mondo hanno sempre lo
stesso livello.
Metternich, Negrelli, De Lesseps - 1850
Tra discussioni e progetti si giunge al 1846 dove un comitato
di studi - promosso da Metternich - fa il punto della situazione.
Il cancelliere austriaco non vedrà la fine dei lavori,
né li vedrà l'ingegnere italiano Negrelli che
fece i calcoli e i piani tecnici per la ciclopica opera.
Nel 1854, Ferdinand de Lesseps, fondata la Societé
d'Etudes du Canal de Suez, aveva presentato il progetto per
la realizzazione di un nuovo canale che collegasse le acque
del Mar Rosso a quelle del Mediterraneo, dato che non v'era
più traccia dell'opera antica.
I lavori iniziarono nell'aprile del 1858 e il canale venne
formalmente inaugurato undici anni più tardi, il 17
settembre 1869. Il canale seguiva in parte il vecchio e in
parte un nuovo tracciato; l'apertura della grande via d'acqua
apportò all'inizio pochi benefici all'Egitto, in confronto
ai guadagni degli azionisti europei della Compagnia di Suez.
Con l'impulso dato dall'apertura del Canale di Suez, il traffico
navale aumentò considerevolmente facendo del Mar Rosso
uno dei mari più importanti e strategici della Terra.
Perché si dimentica?
Nel Medioevo, i lettori di libri erano pochi, e in Europa
ancora meno.
Le conoscenze geografiche dell'antichità erano cadute
nell'oblio. Nel 300 Lattanzio, educatore dei suoi figli dell'imperatore
Costantiono, sosteneva che "...l'ignoranza geografica
era persino meritoria e ben vista da Dio". E questa
ignoranza perdurò fino al XII secolo.
Gli Arabi a sud, e i Vichinghi al nord, veleggiarono soli
e indisturbati sui mari per lungo tempo.
Bibliografia:
Testo scritto per il sito
www.cronologia.it.
Ivi è citata la seguente bibliografia:
Storia dei popoli Arabi, da Maometto ai nostri giorni di Albert
Hourani, Mondadori 1992
Maometto di Gerhard Konzelmann, Bompiani, 1983
Storia della letteratura araba, Francesco Gabrieli, Nuova
Accademia Editrice, 1956
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