Pi greco attraversi i tempi
Già un versetto della bibbia da` per una vasca
di bronzo nel tempio di Salomone (950 a.C.) un diametro di 10
cubiti per una circonferenza di 30.
All'epoca, gli egiziani usavano un valore di
25/8 (3.125), e i mesopotamici di Ö10
(3.162). Nel papiro di Rhind, si consiglia di togliere 1/9
al diametro prima di costruirvi un quadrato di area
equivalente a quella del cerchio, il che da` p = 3.16.
Archimede, calcolando il perimetro di poligoni
regolari iscritti e circoscritti al cerchio, di 6, 12, …, 96
lati, determina due limiti per p (vedi sotto)
3 + 10/71 < p< 3+ 10/70
Il secondo valore, pari a 22/7, fu usato per
tutto il medioevo, e anche più tardi coloro che calcolarono
valori più precisi non fecero che spingere sempre più lontano
il calcolo di Archimede.
Altri valori storici (attuale, p = 3,14159)
Tolomeo (c. 150 d.C.) |
3,1416 |
Tsu Chiung Chi (c. 500 d.C.) |
355/113 |
Al-Kuwarizmi (c. 800) |
3,1416 |
Al - Kashi (c. 1430) |
14 decimali |
Viètes (1600) |
7 decimali |
A parte eventualmente il valore cinese, nessuno
di questi valori si diparte da Archimede. Si noti che dal 400
d.C. al 1400 d.C. i lavori matematici sono di origine
araba.
La quadratura del cerchio
A partire da Anassagora, tutti i matematici greci (Enopide,
Antifone, Brisone, Ippocrate, Ippia) si occuparono del
problema. I greci distinsero tre tipi di problemi:
a) "piani", risolubili con costruzioni eseguite con riga e
compasso su n piano, come richiesto da Enopide.
b) "solidi", risolubili con curve della famiglia delle
sezioni coniche.
c) "lineari", risolti con la costruzione di curve apposite
("forzate") o con movimenti complessi
Molte soluzioni brillanti del tipo b) e c) furono proposte
dai matematici greci, designati ironicamente con un apposito
aggettivo che voleva dire "quadratori del cerchio", ma nessun
matematico greco osò mai affermare di aver trovato una
soluzione con riga e compasso.
Più tardi, invece, molti pretesero di aver trovato una
simile soluzione, da al Haytam ( ~ 1000) ai matematici
medioevali, fino a Leonardo che credette che il problema si
potesse risolvere meccanicamente. Nel 1761 Lambert provò
che p è irrazionale; il numero
di presunti quadratori del cerchio aumentò in modo tale che
nel 1775 l'Accademia di Parigi, seguita qualche anno dopo
dalla Royal Society, annunciarono che no avrebbero più preso
in esame proposte di quadratura del cerchio con riga e
compasso.
Ma risultò impossibile convincere molti solutori dilettanti
del loro errore, tanto che nel 1872 De Morgan nominò San Vito
patrono dei quadratori del cerchio. Finalmente nel 1880
Lindemann dimostrò che p è trascendente (cioè non è radice di
nessuna equazione polinomiale a coefficienti razionali); ma
questo non pose fine alle lettere di scopritori di qualche
nuovo metodo…
p e
Archimede
Archimede, nella Misura del cerchio, giunge alla
determinazione del rapporto tra circonferenza e diametro,
utilizzando una serie di poligoni regolari iscritti o
circoscritti al cerchio. Partendo da un esagono, costruisce
(con riga e compasso) i poligoni di 12, 24, 48, 96 lati.
Determina tramite teoremi di geometria elementare il rapporto
dei lati di tali poligoni, e usa quando richiesto valori
numerici approssimati, ed esempio per l'irrazionale Ö3 > 256/13.
Archimede si ferma ai poligoni di 96 lati, perché giudica a
quel punto l'approssimazione sufficientemente precisa per
tutte le applicazioni pratiche. Nulla impedisce di andar
oltre, se si ha tempo e voglia; sarà il caso di molti
matematici del Medioevo e anche più tardi.
Per il poligono circoscritto di 96 lati Archimede arriva ad
es. al valore
p < P96/d < 3 + 667½ / 4673½
< 3 + 10/70
Dopo un analogo calcolo per i poligoni iscritti, arriva
infine al famoso risultato:
3 + 10/71 < p < 3 + 10/70
= 3+1/7 = 22/7
La frazione 22/7 sarà il valore di p utilizzato attraverso tutto il medioevo.
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