Rubbia è un somaro, firmato
«el Valvola». Ecco la sintesi, povera Italia, del serrato dibattito
scientifico sulle sorti dell'Enea. L'accusa d'esser un «sonoro incompetente
» fatta al premio Nobel per la Fisica, ghigliottinato dal governo, parte
infatti da un elettricista, già senatore della Lega, promosso per vie
misteriose vice-commissario al l'ente per l’energia.
E benedetto dal titolo di
«ingegnere» perfino nel decreto di nomina presidenziale senza
che l’Ordine degli ingegneri abbia idea di dove si sia mai laureato.
Partiamo dalla coda? Siamo
a metà luglio. Carlo Rubbia, accusato d’avere un carattere ruvido,
di essere insofferente alle osservazioni e di avere fatto traboccare
il vaso con un articolo su Repubblica contro il Cda, bollato come «il
branco», è sbattuto fuori dall’Enea che, azzerato nei vertici, viene
affidato ad una terna. Commissario, su indicazione forzista, è Luigi
Paganetto, Preside della Facoltà di Economia a Tor Vergata, vice-commissario
Corrado Clini (nell’élite del ministero dell’Ambiente da anni, ben visto
da socialisti e An) e l’«ing.» Claudio Regis, appoggiato dal Carroccio.
Il quale, trionfante per l’ascesa nell’Olimpo della scienza, liquida
il presidente deposto con parole affilate: «Nessuno mette in discussione
l e competenze di Rubbia sulle particelle, ma quando parla di ingegneria
è un sonoro incompetente ».
Un giudizio avventato.
In linea con la storia dell’uomo. Il quale, quando stava a Palazzo Madama,
era stato espulso dall’aula per avere barrito: «Aveva ragione chi invocava
la legge Merlin per chiudere questo Parlamento: è un bordello!». Primaancora,
andando incontro ad una condanna per vilipendio delle istituzioni, era
stato, se possibile, più volgare: «I magistrati sono come i maiali:
se ne tocchi uno, si mettono a urlare tutti».
Ma chi è quest’uomo magrolino
che tratta un premio Nobel come Albert Einstein non tratterebbe l’asino
della classe? Nato a Biella nel 1944, Regis compare la prima volta agli
onori delle cronache, locali, nei dintorni di Telebiella, la prima emittente
privata del Paese, nata via cavo nel 1971 per iniziativa di Peppo Sacchi.
Era allora, stando ai ricordi dei pionieri della tivù, il rappresentante
dell’Ampex, il sistema di registrazione videomagnetica che offriva la
possibilità di tagliare i tempi morti. Bravissimo nel risolvere ogni
problema elettrico, aveva un nomignolo con cui a Il Biellese ancora
lo ricordano: «Valvola».
Che fosse laureato in ingegneria
era ignoto a tutti. Sveglio, però, lo era. E gli amici dell’epoca
se ne sarebbero accorti ritrovandoselo prima al comando della Lega biellese.
Poi in consiglio comunale. Poi, come dicevamo, a Palazzo Madama. Dove
sarebbe stato ricordato solo per una battaglia contro la messa al bando
della fabbricazione delle mine anti-uomo («la questione è stata affrontata
in modo demagogico, cedendo all’emotività della pubblica opinione! »)
e per il curriculum fornito alla Navicella: «Laureato in ingegneria.
Imprenditore. Ha studiato presso l’Ecole Polytechnique. Presidente di
una società operante nel settore della ricerca aerospaziale. Esperto
di relazioni internazionali». Dov’è questa Ecole Polytechnique? Boh...
Relazioni internazionali con chi? Boh...
Fatto sta che per qualche
anno l’uomo, non rieletto, esce dalle cronache politiche e resta
in quelle giudiziarie. Viene denunciato dai titolari di una ditta edile
con la quale aveva fatto un contratto per ristrutturare un palazzetto.
E’ rinviato a giudizio per calunnia del segretario della Lega di Vercelli,
Francesco Borasio, che aveva accusato di essersi messo in tasca dei
soldi in realtà (l’inchiesta aveva accertato tutto) versati regolarmente
al partito. Viene condannato perfino, pensa un po’, per essersi «impossessato
di una sega per marmi». Insomma: un cursus honorum. Sufficiente al governo
attuale per proiettarlo, nel dicembre 2003, su designazione del ministro
dell’Istruzione, nel Cda dell’Enea.
Uomo giusto al posto giusto.
Figura nel sito internet dell’ente scientifico come «ing. Regis». Scrive
sulla rivista on-line Kosmos articoli sull’«Idrogeno fonte di energia,
realtà o mito», firmandosi «Claudio Regis, ingegnere Enea». Partecipa
a convegni come quello all’università di Fisica di Pisa tra le reverenze
degli astanti: «Buongiorno Ingegnere, prego Ingegnere, dica Ingegnere».
Querela gli ex soci definendosi nero su bianco, nell’atto giudiziario,
«ing. Regis » e «consigliere del Premio Nobel Rubbia». Finché, caduto
il genio scostante che lui «consigliava », Berlusconi lo nomina vice-
commissario dell’Enea confermandogli il titolo perfino nel decreto:
«ing. Regis».
Ed è lì che la luminosa carriera
s’inceppa. Indispettita per i trionfi dell’uomo che disprezza,
l’ex socia Maria Teresa Ramella Scarlatta segnala ciò che sa (a partire
da una lettera dell’Ordine degli Ingegneri di Biella secondo cui l’ingegnere
non è ingegnere) a Rocco Tritto, segretario dell’Usi/RdB, uno dei sindacati
della ricerca. Il quale scrive a tutte, ma proprio a tutte, le sedi
provinciali dell’Ordine ottenendo sempre la stessa risposta: non ci
risulta. Ma certo, sdrammatizza Regis a Economy che gli dedica 12 righe:
non ha studiato in Italia ma alla Ecole Polytechnique di Friburgo. Però,
aggiunge, si considera «comunque un ingegnere a tutti gli effetti».
Resta da vedere se, dato che non può legalmente fregiarsi del titolo,
lo considerino tale almeno a Friburgo, dove la Scuola d’ingegneria risulta
esser stata fondata quando il nostro era già in là con gli anni: nel
1978.
Dettaglio divertente.
Com’è curiosa la foto fatta all’indirizzo di Londra dove il fustigatore
di Rubbia risulta essere residente: «Sw3 London-30 Beauchamp Place ».
Sapete che c’è, a quell’indirizzo? La trattoria «La Verbanella». Specializzata,
forse, in fettuccine spaziali e neutroni al ragù.
Gian Antonio Stella, 02 agosto 2005