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" The government has built a national security and intelligence
system so big, so complex and so hard to manage, no one really
knows if it's fulfilling its most important purpose: keeping its
citizens safe "
http://projects.washingtonpost.com/top-secret-america
Should the article be unavailable, see a synthesis
here and some
graphs
here.
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See also on the subject
Story behind biggest leak in intelligence history.
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The extent of Intelligence network has been commented by the Italian newspaper La
Repubblica : "
L'inchiesta - Un esercito di circa 10.000 basi sparse sul
territorio USA. Che tuttavia non riesce a garantire la sicurezza
voluta ".
Svelata la mappa dell'America top secret
Sul Washington Post l'apparato nascosto cresciuto dopo l'11
settembre.
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Gli occhi esperti di Dana Priest e William Arkin hanno puntato
un «esercito» con circa 10 mila «basi» sparse sul territorio
americano. Un Eldorado di contratti, appalti e subappalti creati
dopo 1'11 settembre. Un Golia che dovrebbe far dormire
tranquilli gli americani ma che, a giudizio del Washington Post,
non è detto sia in grado di fermare il prossimo attacco.
WASHINGTON - Al Qaeda tradizionale, quella di Osama per capirci,
conterebbe oggi «non più di 300» elementi. Stima dell'ufficio
dell'antiterrorismo statunitense.
Bene, per contrastarla, gli Stati Uniti hanno mobilitato 1.271
organizzazioni governative, 1.931 società private, 10 mila
strutture fisse e 854 mila funzionari che producono ogni anno 5o
mila rapporti di intelligence. E' il mondo del Top Secret, una
realtà che spende denaro - il budget supera i 75 miliardi di
dollari -, organizza, scheda, duplica i lavori senza che nessuno
possa controllarla in modo efficace. Vale la battuta
dell'attuale Direttore dell'Intelligence nazionale, James
Clapper: «C'è una sola entità nell'universo che è a conoscenza
dei programmi speciali: è Dio».
Il Washington Post, con un'inchiesta di Dana Priest e William
Arkin, ha fatti i conti in tasca agli 007 civili e militari. Due
anni di scavo, come si dice in gergo, conclusisi con tre puntate
sulla versione cartacea del giornale e interessanti link sul
web. Un lavoro che ha fatto emergere un'impressionante
burocrazia della sicurezza.
Non che fosse sconosciuta. Sono usciti libri e articoli ma il
Washington Post ha messo insieme tutti i pezzi offrendo poi una
banca dati online consultabile da qualsiasi lettore. Uno scoop
che ha fatto arrabbiare alcuni dirigenti dell'intelligence
perché - sostengono - «non rispecchia quello che siamo".
La strage di Fort Wood, il fallito attacco al jet Northwest e
l'autobomba di Times Square sono lì a documentare i buchi nella
rete.
Ogni mattina 854 mila funzionari, certificati come «sicuri e
affidabili», entrano nei loro uffici protetti da muri blindati,
sistemi per il riconoscimento della retina, card magnetiche.
Sono loro il cuore della lotta contro chiunque minacci
l'America. E tutti sono ossessionati dalla segretezza. Da
proteggere in ogni modo.
Prendiamo il finanziamento dei terroristi: sono 51 i
dipartimenti in i5 città che provano a ricostruire il flusso di
denaro. Un apparato che deve misurarsi con l'agilità dei nuclei
jihadisti. Vivono con quattro soldi, si arrangiano, raramente
usano le transazioni bancarie.
La Casa Bianca si è detta «preoccupata» ma non ha confermato che
vi sia stato un intervento per fermare la pubblicazione mentre
il direttore della Cia, Leon Panetta, ha riconosciuto che «i
livelli di spesa post i i settembre non sono più sostenibili».
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